Dal primo gennaio del 1908 Antonio Rossaro risulta a Rovigo. Non è facile ricostruire nel dettaglio e con certezza il percorso e le ragioni che lo conducono qui dal Trentino, ma il nucleo di carte che si forma presso la Curia della diocesi di Adria-Rovigo a partire da questo momento offre diverse notizie utili a questa ricostruzione. Le carte infatti, oltre agli atti ufficiali legati al suo ordinamento sacerdotale del 1° aprile 1911, documentano varie circostanze precedenti, relative soprattutto alla faticosa ammissione al Seminario diocesano. Dato che si tratta, nel complesso, di una vicenda praticamente inedita, vale la pena dilungarsi un minimo per tratteggiarne i contorni. Dalle carte si evincono le seguenti fasi:
- terminati gli studi ginnasiali al Collegio dei Padri Giuseppini di Volvera, presso Torino, Rossaro intraprende gli studi teologici che segue, tra il 1903 e il 1907, in diverse sedi sempre dei Padri Giuseppini (Bassano, Vicenza, Modena e Bassano ancora);
- pur conseguendo un buon profitto negli studi, non mostra tuttavia quella diligenza spirituale che l’Ordine richiede e, dopo alcuni richiami, viene infine ‘dispensato dalla promessa’ di sottomissione all’Ordine e, di fatto, viene estromesso dall’Ordine stesso il 22 ottobre 1907;
- fino all’11 novembre successivo rimane presso il Collegio vescovile di Trento, come aiuto di Mons. Bettini (rettore del Collegio), per poi spostarsi al Collegio Mazzarolo di Treviso;
- il 1° gennaio del 1908 le carte lo danno al Collegio vescovile di Rovigo dove Rossaro intende proseguire negli studi teologici per poter essere ammesso in Seminario;
- una lettera del 3 marzo 1909 indirizzata al Vescovo di Adria-Rovigo attesta che Antonio Rossaro ha già iniziato a chiedere di essere ammesso in Seminario: la lettera porta vari argomenti ma soprattutto accompagna una nota autografa di Rossaro che fornisce un curriculum preciso degli studi compiuti fino a quel punto (da cui molte delle notizie di cui sopra);
- altre due lettere dell’estate successiva (del 27 luglio e del 1° agosto 1909) inviate da Rossaro al Vescovo di Adria-Rovigo testimoniano l’esitazione di questi ad assecondare la richiesta del primo e, anzi, ad esprimere un primo rifiuto di cui sappiamo dalle repliche accorate, di desolazione e implorazione a un tempo, di Rossaro;
- nel frattempo la Curia di Adria-Rovigo chiede informazioni sul Rossaro e riceve un paio di resoconti provenienti dai Padri Giuseppini, datati entrambi 4 agosto 1909 (uno proveniente da Torino, l’altro da Vicenza), in cui si rende conto della espulsione dal loro Ordine e si esprimono giudizi non certo lusinghieri su Rossaro;
- le notizie che arrivano dai Padri Giuseppini risultano cruciali: determinano un secondo rifiuto all’ammissione di Rossaro in Seminario di cui sappiamo da un’altra lettera di Rossaro (del 13 agosto 1909) in cui si esprime al Vescovo tutta l’amarezza;
- nel frattempo, nell’ottobre del 1909, altre informative su Rossaro, questa volta di tenore positivo, arrivano alla Curia di Adria-Rovigo: dalla canonica di Mori e dalla parrocchia di San Marco di Rovereto (che Rossaro frequenta durante i periodi estivi) e dalla direzione del Collegio-convitto dell’Angelo Custode di Rovigo (dove Rossaro è ormai da quasi due anni);
- qualcosa si è sbloccato: il 16 ottobre 1909 Antonio Rossaro può scrivere alla Direzione del Seminario vescovile una lettera (evidentemente ex-post) con la richiesta ufficiale di ammissione; in effetti da un frontespizio di un fascicolo personale a lui intestato Antonio Rossaro risulta ammesso in Seminario il 15 ottobre (il giorno prima), al IV corso di Teologia.
Le carte, susseguitesi fin qui frenetiche, tacciono per circa un anno. Riprendono corso nel luglio del 1910 quando, con Rossaro avviato alla conclusione degli studi e quindi prossimo ormai all’ordinamento sacerdotale, si avviano le pratiche per le ‘Sacre Ordinazioni’. Con lettera del 2 luglio 1910 il rettore del Convitto Angelo Custode riferisce di aver raccolto notizie confidenziali del tutto favorevoli sul suo conto e testimonia anche personalmente un comportamento irreprensibile di Rossaro nel corso dell’anno trascorso fin lì in Seminario.
Sempre nel luglio del 1910 si avvia anche la pratica per la sua incardinazione nella Diocesi di Adria-Rovigo previa escardinazione dalla Diocesi di Trento. Il decreto di escardinazione da Trento viene firmato dal Vescovo Celestino Endrici il 15 luglio 1910; il 20 successivo viene firmato il decreto di incardinazione nella Diocesi di Adria-Rovigo e, nello stesso giorno, Antonio Rossaro scrive il giuramento di fedeltà previsto dalla procedura. Rossaro è dunque incardinato a Rovigo quando, il 31 luglio 1910, riceve l’ordinazione al Suddiaconato cui seguirà, il 17 dicembre 1910, l’ordinazione al Diaconato.
Nel frattempo Rossaro ha portato avanti il percorso degli studi teologici in Seminario che, da una attestazione del direttore degli Seminario del 19 novembre 1910, di cui risultano portati a termine gli esami di profitto finali.
Il 1° aprile del 1911 Antonio Rossaro viene ordinato sacerdote.
Ordinato sacerdote, Antonio Rossaro viene inviato nella parrocchia di Ceneselli dove rimane al servizio del parroco fino al 1916. Parallelamente all’attività strettamente parrocchiale, a Ceneselli Rossaro non tarda a manifestare da un lato l’attitudine a una grande intraprendenza, specie sul fronte della propaganda irredentista, dall’altro la sua appassionata dedizione all’attività letteraria (del 1913 sono le Laudi Angeliche, mentre nel 1914 va in scena a Rovigo il suo Parsival; sempre nel 1914 diventa socio dell’Accademia dell’Arcadia di Roma). Così il Vescovo della diocesi di Adria-Rovigo nel 1916, alle porte della Grande Guerra di cui si respira ormai l’aria, lo chiama ad occuparsi della stampa diocesana e, in particolare, a dirigere i settimanale “Il Popolo”.
Presso l’archivio diocesano di Rovigo si conserva un complesso di carte relativo a queste vicende, in particolare nella Serie Sacerdoti del fondo Curia vescovile. Il nucleo più consistente di carte è nel fascicolo intestato a Rossaro nella sottoserie Sacre Ordinazioni (A): qui troviamo, oltre agli atti ufficiali dell’ordinazione sacerdotale, anche documentazione relativa alla sua incardinazione nella diocesi (previa escardinazione dalla diocesi di Trento) e l’ammissione al Seminario. Oltre a questo, vi sono poi altri tre fascicoli: un fascicolo personale (B) e due fascicoli con carte di corrispondenza, uno di sue lettere e il secondo a lui dedicato (C). Si conserva inoltre, presso la biblioteca, la raccolta completa del settimanale diocesano “Il Popolo” che fu dal 1916 diretto da Antonio Rossaro (D).